Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

Anoressia


Anoressia

Ciò che spesso difficilmente si riesce a cogliere e a comprendere nella problematica anoressica e che , dall’esterno, appare incomprensibile è accettare che



 una persona possa scegliere di rinunciare non solo al bisogno, ma anche al piacere del cibo. Per questa ragione, erroneamente,  si tende spesso ad immaginare la persona anoressica come una persona che non è in grado di concedersi il piacere. In realtà, questa è una parziale verità; è più corretto semmai dire che il piacere del controllo di sé e dei propri desideri, diviene più piacevole del piacere stesso del cibo. Spesso ciò che si innesca è una gratificazione legata al piacere di riuscire laddove, la maggior parte delle persone, cede. In molti casi il problema comincia con un a dieta, la persona arriva a 45 e inizia a dire a se stessa “se sono arrivata a 45, posso arrivare anche a 44” e poi “se sono arrivata a 44 posso arrivare a 43”, “se sono a 43, 42 è così vicino…” e gradualmente procedendo a ritroso si innesca un meccanismo per il quale si esercita un controllo talmente ben riuscito da non poterne più fare a meno e che diventa la fonte stessa di piacere. Inoltre la volontaria deprivazione di cibo, mette il corpo in uno stato di stress molto forte e il corpo reagisce rilasciando grandi quantità di endorfine. Queste hanno un effetto euforizzante nel corpo che fa sentire assolutamente bene l’anoressica e che altera la sua percezione. Lei sta bene e non comprende per quale ragione dovrebbe rinunciare a questo stato di estasi. Inoltre, proprio per perdere ulteriore peso spesso le persone anoressiche ricorrono ad intensa attività fisica, che a sua volta aumenta il rilascio di ulteriori endorfine e che aumenta ancora di più lo stato di benessere generale.  L’approccio breve strategico distingue due tipologie di anoressia (e tale distinzione è fondamentale per la tipologia di intervento terapeutico più adatta):

-Giovanile, che ha un esordio precoce e solitamente è presente da un tempo limitato

-Cronicizzata, che riguarda le persone adulte che ormai hanno strutturato e organizzato uno stile di vita attorno alla problematica alimentare.

Nonostante l’anoressia sia sempre stata una problematica femminile, di recente si stanno osservando sempre più casi anche di maschi. Sussistono delle differenze generali nella modalità di raggiungere e mantenere la condizione anoressica;  mentre nella donna prevale l’astinenza da cibo (con la quale costruisce l’estasi), nell’uomo è maggiore l’over exercising (eccesso di sport).

Il problema principale del trattamento riguarda la difficoltà di aderenza al trattamento poiché, a differenza di altre problematiche, dove la persona sente di soffrire, loro si sentono spesso estatiche. Il messaggio ambivalente che quindi tendono a mandare è “cambiami, ma non cambiarmi”. Vorrei che tu mi cambiassi senza farmi aumentare di peso. Per questa ragione è necessario un approccio focalizzato e che, nel caso dell’anoressia giovanile, coinvolga anche la famiglia.



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