Il ricordo del nonno: un oggetto buono dentro di noi
La figura del nonno rappresenta per molti un elemento di rassicurazione estremamente sano e, spesso, di incondizionatamente buono.
È un elemento con uno straordinario potenziale regressivo, perché richiama immediatamente, in molti casi, ricordi dell’infanzia, di quando il nonno rappresentava quella permissività scevra da regole eccessivamente strutturate più tipiche dei genitori. Il nonno si trova nella fortunata condizione di poter “viziare” il nipote, godendosi il piacere di una relazione più rilassata e orientata al piacere, senza tutte le tensioni che il ruolo genitoriale spesso impone (educazione, disciplina, autorità, ecc…). Naturalmente, non tutti i nonni hanno tipicamente questa caratteristica, ma solitamente, almeno uno dei nonni ricopre, per qualche ragione questo prototipo (forse perché ci passava la caramella di nascosto dal genitore, prima di cena o ci portava a passeggio o ci insegnava tutte quelle cose così divertenti, o ci riempiva di meravigliosi regali). La maggior parte delle persone ha uno o più ricordi di questo genere e, probabilmente, leggendo questi vaghi accenni, in qualcuno di voi saranno sopraggiunti ricordi, immagini o pensieri del vostro passato, con annesse emozioni e sensazioni probabilmente positive o nostalgiche (ad ogni modo emozioni “morbide”). Da un punto di vista “applicativo” in psicoterapia la figura del nonno rappresenta uno straordinario canale di accesso alla dimensione emotiva del soggetto, laddove le resistenze e le paure della persona ostacolino l’accesso alla dimensione emotiva sottostante. In più il vantaggio di questa modalità di accesso è rappresentata dal fatto che l’emozione è di quelle piacevoli, in molti casi e, pertanto, meno ostacolata dall’inconscio, ma sufficientemente forte emotivamente da essere inconsciamente accettata come sufficientemente perturbante. Un altro aspetto che l’ “uso” della figura del nonno comporta è un buon rinforzo dell’Io e dell’autostima, perché aiuta la persona a recuperare un ricordo ben definito di un momento della sua vita nel quale è stato veramente importante, anzi, assolutamente unico per qualcuno e questo ricordo, oltre a essere spesso molto commovente, può divenire uno strumento terapeutico molto efficace. Ricordare quanto era speciale quel momento, quanto si è stati unici per quella persona e, quanto amore incondizionato si è ricevuto è un modo sia per ringraziare dentro di noi quella persona, sia per onorare il prezioso dono che ci è stato fatto. È una sorta di dovere implicito a stare meglio, non solo nei nostri confronti, ma come gesto di ringraziamento nei confronti di chi ha creduto così profondamente nelle nostre possibilità che, come sapete, ha un potere molto forte dentro di noi. La differenza, che rende però questo meccanismo sano rispetto al senso del dovere che spesso ci attanaglia in maniera soffocante, riguarda il fatto che dentro di noi non c’è più l’aguzzino sadico che ci ricorda quanto siamo inferiori rispetto al papà, alla mamma, al fratello maggiore, e che rieccheggia dentro con echi annichilenti che dicono “se fai il cattivo non ti voglio più bene”, “non sei abbastanza capace”, “non sei”, “non hai”, ecc. Al suo posto c’è un’immagine buona, di un momento speciale, insieme a quella persona così importante per la quale noi eravamo così speciali da essere al centro delle sue attenzioni, del suo amore. Un volto che sorride, che tranquillizza, grandi e vecchie mani che proteggono le nostre, piccole da bambino. E anche nel presente, ogni volta che iniziamo ad essere troppo duri con noi stessi, sarà bello poter ricordare l’immagine di quel viso che sorride, che non giudica, che accoglie così, semplicemente … che dice con gli occhi: “ti voglio bene così come sei … ricordatelo”. Possiamo rifiatare … essere veramente noi … ritrovare quel luogo tranquillo dentro, dove solo noi possiamo tornare, a ricaricarci, a goderci quella pace felice, quei giochi, quei ricordi. Come vi sentite? Spero di aver conciliato una maggiore tranquillità … mi piacerebbe se queste righe avessero portato dentro di voi qualche ricordo al quale magari non pensavate da tempo e che vi lasci quel piacevole sapore di amore, di fiducia, di speranza. Dr. Efrem Sabatti _ www.psicologobresciasabatti.it