Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

Scrivi che ti fa bene


Scrivi che ti fa bene

Il benessere è un traguardo che si raggiunge quando siamo in grado di mantenere un buon equilibrio psicologico, fisico e relazionale.



Molti comportamenti concorrono al raggiungimento e al consolidamento di questo stato, dall’alimentazione, alla capacità di vivere in relazione con le nostre emozioni: alimentazione, attività fisica, riconoscimento delle emozioni dannose.

Poche persone però considerano che un antichissimo comportamento che da millenni accompagna l’uomo è anche un prezioso strumento di benessere psicologico.

Stiamo parlando della scrittura.

Scrivere fa bene.

In maniera empirica molte persone lo hanno sperimentato, ma alcuni terapeuti (come ad esempio Pennebaker) ne hanno davvero individuato il potere curativo.

Pennebaker fu il primo ad osservare come le confessioni dei detenuti avevano un effetto di liberazione e come, quando tali confessioni erano scritte, l’effetto benefico si amplificava, perché avveniva un processo di elaborazione più intenso.

Nel 1986 un ricercatore condusse un esperimento su alcuni studenti universitari, chiamati a scrivere per un quarto d’ora al giorno per quattro giorni consecutivi. Nei loro testi dovevano raccontare esperienze, positive ma anche negative.

Un altro gruppo di controllo, invece, era stato invitato a scrivere di altri argomenti poco importanti.

Il ricercatore scoprì che chi aveva affidato i propri pensieri a una sorta di diario aveva potuto beneficiare di vantaggi maggiori rispetto a chi, invece, si era occupato di scrivere argomenti più superficiali, non relativi al proprio vissuto.

Da queste osservazioni di iniziò a comprendere il meccanismo secondo cui la scrittura può avere un forte potere terapeutico che non è da sottovalutare.

La scrittura terapeutica in psicologia

In primo luogo la scrittura permette un’analisi più dettagliata del flusso emotivo e una rielaborazione ci ciò che altrimenti, lasciato a livello di pensiero e ruminazione o di emozione somatica, difficilmente risulterebbe elaborabile.

La scrittura diventa terapeutica perchè aiuta a prendersi cura di se stessi, attraverso un processo introspettivo altrimenti difficilmente realizzabile. Inoltre permette di esternare in sicurezza emozioni che difficilmente vedrebbero la luce.

Permette di fare ordine nel confuso flusso di pensieri, prendere un distacco sano, lasciare che le parole e i concetti decantino e vengano rianalizzati con una percezione diversa in un secondo momento.

Anche in termini di definizione e raggiungimento degli obiettivi, la scrittura aiuta a fare un’analisi seria e concreta. Quelle parole scritte nero su bianco ci aiutano a focalizzarci su quello che è importante.

È come se, un contratto con noi stessi messi in forma scritta acquisisse maggior valore di un vago proposito formulato in forma di pensiero. Allo stesso modo, un obiettivo scritto e dettagliato percettivamente offre molte più possibilità di ridefinirlo, di scomporlo, di realizzarlo.

Anche dal punto di vista della propria salute di mente e corpo, spesso restiamo imprigionati in esperienze che non riusciamo a superare perché non siamo in grado di focalizzare bene il nostro pensiero, ma che con la scrittura diventano più chiare.:

- allontanare pensieri negativi

- regolare le emozioni

- ridurre ansia e stress

- elaborare eventi traumatici

- migliorare il tono dell’umore

- aumentare la nostra autostima



Ma i benefici sono utili anche per la salute del corpo, in particolare per chi soffre di particolari malattie, perché la scrittura aiuterebbe a rilassarsi e a migliorare anche il sistema immunitario.

La scrittura personale e creativa come terapia, una buona abitudine.

Il "Caro diario" di una volta, riscoprendo la scrittura in corsivo e magari lo stile della calligrafia curata e dettagliata, può essere un’ottima riscoperta. Il potere della narrazione permette di compiere riflessioni ed esteriorizzare il nostro vissuto per elaborare meglio quello che è accaduto, come abbiamo reagito, quello che ci ha lasciato. ù

Così da poter affrontare sempre meglio ogni situazione.

Possiamo scrivere in modo narrativo oppure in modo personale, proprio come in un diario al quale affidare i nostri pensieri. Per poi rileggere tutto quanto come lettore esterno, per comprendere ogni meccanismo che ci ha portato a reagire in una cerca maniera.

Riprendiamo questa buona abitudine, ogni sera, a fine giornata.

Così da poter compiere giorno dopo giorno auto analisi che ci aiutano a tirar fuori quello che spesso rimane intrappolato nella nostra mente e che a lungo andare può provocare danni inimmaginabili.



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