Efrem Sabatti - Psicologo a Brescia

La dipendenza in Winnicott


La dipendenza in Winnicott

Per Winnicott quello della dipendenza è un concetto assolutamente essenziale. Per usare le parole dell’autore, “non esiste una cosa che si chiama ‘un lattante’




  • se descriviamo un lattante ci accorgeremo che stiamo descrivendo un lattante con qualcuno. Il bambino piccolo non può esistere da solo, ma è fondamentalmente parte di una relazione[1]”. Dal momento che il neonato si trova dunque in una condizione di impotenza sostanzialmente assoluta, è essenziale che egli si metta in condizione di dipendenza fisica ed emotiva da un “ambiente facilitante”, cioè dalla “cura materna che insieme con il lattante forma un’unità”.





Per Winnicott quindi il patrimonio ereditario, che è il nucleo della persona, non può realizzarsi senza un ambiente adeguato. Affinché il potenziale umano abbia una possibilità di manifestarsi nella persona, l’offerta delle risorse ambientali deve essere adeguata. L’importanza al contesto culturale nello sviluppo del bambino era stata già sottolineata in precedenza, in particolare con il contributo di Vygotskij, che fornì a suo tempo un apporto essenziale nel descrivere il ruolo del contesto nel processo di crescita umana. Le parole di Vygotskij, pur con premesse teoriche e obiettivi di ricerca diversi, convergono con le intuizioni che verranno successivamente sviluppate da Winnicott. Nel suo lavoro Vygotskij individua una stretta relazione tra sviluppo e apprendimento: egli, infatti, considera il bambino come un costruttore attivo delle sue conoscenze, all’interno però di un contesto socio-culturale che gliene offre gli strumenti. Per meglio delineare questa posizione, Vygotskij si serve del concetto di “zona di sviluppo prossimale”. La zona di sviluppo prossimale  viene definita come la distanza tra “ il livello attuale di sviluppo, così come è determinato dal problem-solving autonomo”, e il livello più alto di “sviluppo potenziale, così come è determinato attraverso il problem-solving sotto la guida di un adulto o in collaborazione con i propri pari più capaci”. Questo processo, dunque, prevede che una persona più competente collabora con il bambino al fine di aiutarlo a muoversi dal punto in cui si trova al punto dove può trovarsi facendosi aiutare. Cioè l’adulto più abile si basa sulla competenza che il bambino già possiede e gli presenta delle attività che richiedono un livello di capacità lievemente al di sopra di dove si trova ora il bambino. Questa persona, fungendo da modello, guida e indirizza il bambino, attraverso la partecipazione collaborativa, l’incoraggiamento, la discussione, il confronto.  La zona di sviluppo prossimale si differenzia dal livello reale di sviluppo, perché mentre questo caratterizza lo sviluppo retrospettivamente, la zona di sviluppo prossimale lo caratterizza prospettivamente. Indipendentemente dalle diverse strade alle quali tali intuizioni hanno condotto (Vygotskij era fortemente interessato all’aspetto educativo  e tale ipotesi lo spingeva a ritenere che l’educazione dovesse essere basata sul livello potenziale dei bambini, piuttosto che su quello reale), l’elemento comune ad entrambi gli autori è la consapevolezza della necessità di un ambiente che aiuta, stimola, protegge e da fiducia. Forse la differenza sostanziale più evidente tra i due autori è la maggiore attenzione dedicata a una particolare dimensione del bambino rispetto ad un'altra; in altre parole si osserva una riflessione più legata allo sviluppo cognitivo e razionale in Vygotskij, mentre in Winnicott c’è una grande considerazione della sfera emotiva. E’ importante ancora ribadire che per Winnicott adeguato non significa impeccabile, tanto che l’autore, per non comunicare una visione idealizzata della funzione materna, conia il concetto di “cure materne sufficientemente buone”. Lo studio della funzione materna diventa così inseparabile dalla studio dei processi psichici della prima infanzia. Parlando di dipendenza, Winnicott individua 3 differenti stadi che, in condizioni di salute, dovrebbero essere consecuenziali: 

-          dipendenza assoluta à In questo stato il bambino non ha modo di sapere della cura materna che è in gran parte questione di profilassi. Egli non può acquisire nessun controllo su ciò che è mal fatto o ben fatto, ma è solo in condizione di trarre vantaggio o subire danno.

-          dipendenza relativa à Qui il bambino può rendersi conto del bisogno di specifiche cure materne e può in misura crescente collegarle a un impulso personale.

verso l’indipendenza à Gradualmente il bambino sviluppa i modi per fare  a meno di cure concrete, attraverso l’accumulo di ricordi delle cure materne, la proiezione di bisogni personali e l’introiezione di cure specifiche. Ovviamente affinché possa mettere in atto tutto questo processo deve fidarsi dell’ambiente.

[1] D. W. Winnicott “Further thoughts on babies as persons” Hogarth Press, London, 1947.

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